Non si può immaginare quante donne desiderino un bambino dopo un cancro. In Italia si contano 30 nuovi casi di tumore al giorno in pazienti con meno di 40 anni.
Ne ho parlato nel libro Il bene delle donne, che firmo con Paolo Veronesi, direttore della divisione di senologia chirurgica allo IEO (e presidente della Fondazione Umberto Veronesi). Mi sembra doveroso riportare qui il brano del saggio, perché un numero ancora esiguo di pazienti ricorre ai trattamenti di oncofertilità. Il campo è in espansione, bisogna passare le informazioni sulle possibilità offerte dalla disciplina che riunisce oncologia e ginecologia.
«I medici hanno il dovere di spiegare che a rendere arduo un futuro da madre sono le terapie ormonali prolungate, indispensabili per le neoplasie dipendenti dagli estrogeni (alcune al seno, all’ovaio e all’endometrio). Certi chemioterapici, poi, possono danneggiare la riserva ovarica.