Ogni anno 295mila donne nel mondo ricevono una diagnosi di tumore ovarico e 184mila muoiono a causa di questa grave neoplasia per la quale non esistono ancora strumenti efficaci di diagnosi precoce o di prevenzione.
«In Italia le nuove diagnosi sono 5.200 all’anno – dice Nicoletta Cerana, presidente nazionale di Acto, che in occasione della Giornata ha organizzato numerosi eventi, incontri e dibattiti su tutto il territorio nazionale per informare e sensibilizzare sulla malattia. Di queste solo il 10 per cento sono di origine genetico-ereditaria. E i casi sono in aumento: si stima infatti che entro il 2035 si avrà un numero annuo di 371mila nuove diagnosi, pari a un incremento del 55 per cento».
Il tumore femminile più pericoloso
«In caso di diagnosi tardiva, meno del 40% delle pazienti è vivo a 5 anni dalla diagnosi, contro l’80% di sopravvivenza per tumore al seno – sottolinea Cerana. Su questa situazione pesano non solo la mancanza di efficaci strumenti di prevenzione e diagnosi precoce ma anche la scarsa conoscenza che le donne hanno della malattia e dei suoi sintomi. Sul sito dell’associazione Acto-italia.org è possibile trovare, fra l’altro, le informazioni più aggiornate sulla malattia, una guida per le pazienti, la consulenza gratuita di un gruppo di esperti, l’elenco dei centri specializzati cui rivolgersi per diagnosi, cura e percorsi di prevenzione nel caso di alto rischio».
Per questo tipo di cancro non esistono ancora strumenti efficaci di screening o di diagnosi precoce come esistono per il tumore dell’utero (Pap test e HPV-DNA test) e del seno (mammografia). Oggi il tumore ovarico si può prevenire solo conoscendo meglio la malattia e sottoponendosi periodicamente a visita ginecologica ed ecografia transvaginale.