La Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è un insieme di tecniche, più o meno complesse, cui possono sottoporsi le coppie che hanno problemi di infertilità, ossia difficoltà a concepire spontaneamente dei figli.
A partire dal 1978, data in cui in Inghilterra nacque la prima bambina con l’impiego della PMA, le tecniche si sono sviluppate e diffuse in tutto il mondo e, ad oggi, sono più di cinque milioni i bambini nati grazie alla fecondazione artificiale.
In Italia, le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono state suddivise in tre livelli a seconda del loro grado di invasività sull’organismo e/o della loro complessità:
- I livello, tecniche come l’inseminazione intrauterina (IUI), semplici e poco invasive
- II e III livello, procedure come la fecondazione in vitro con trasferimento dell’embrione (FIVET) e l’iniezione intracitoplasmatica di un singolo spermatozoo (ICSI), più avanzate o complesse
Tutte le procedure descritte possono utilizzare embrioni e gameti (spermatozoi dell’uomo e ovociti della donna) “a fresco” oppure tecniche cosiddette di crioconservazione. La crioconservazione prevede il congelamento e la conservazione in azoto liquido a temperature bassissime, pari a -196°C, di spermatozoi, ovociti o embrioni, al fine di mantenerli in vita per un tempo prolungato, che vengono scongelati al momento del loro utilizzo.
La crioconservazione può essere applicata anche ai gameti donati. Si ricorre alla donazione dei gameti quando nella coppia uno dei due partner, o entrambi, soffrono di una malattia che non consente di utilizzare le proprie cellule.
Sarà il medico specialista sulla base delle specifiche necessità di ogni coppia, a consigliare la procedura più adatta; non esiste, infatti, una tecnica migliore o meno efficace dell’altra. Il medico dovrà tenere sempre in considerazione l’età della donna poiché la fertilità femminile diminuisce con il passare degli anni a causa di una riduzione irreversibile della quantità e qualità degli ovociti presenti nelle ovaie.