il tempo e il suo scandire, sentirselo portare via dalla malattia e dagli anni che iniziano a far pensare.
quando ho avuto il responso per il carcinoma tiroideo mi sono sentita crollare il mondo addosso e ho sentito improvvisamente portarmi via anche il sogno della maternità.
ma mi ha fatto scoprire una forza e determinazione che mi hanno portata a reagire subito.
E ho cominciato a far mia la resilienza, volevo essere positiva e piena di energie per dare inizio al mio percorso verso la felicità . Così ho iniziato la pma.
il primo tentativo l’ho preso come una prova e le beta negative non mi hanno preoccupata più di tanto.
col secondo ero ancora più cosciente, motivata e propositiva. avevano utilizzato anche lo ‘scratch endometriale. al 3° giorno dal transfer non mi sentivo benissimo, ma avevo dato la colpa al tsh ballerino. ma i giorni passavano e mi sentivo sempre peggio, fino a non poterne davvero più e arrivare al pronto soccorso 2 giorni prima dalle beta.
185!!! l’incredulità, la gioia, il pianto e l’abbraccio con mio marito.
anche se mi avevano ricoverata per iperstimolazione e culdocentesi, il mio unico pensiero era rivolto a quel piccolo miracolo che mi aveva scelta. le scrivevo settimanalmente tutti i pensieri su delle carte da lettere, volevo raccontarle di come e cosa ero stata disposta ad affrontare per averla, che ero orgogliosa e fiera della pancia che cresceva, dei suoi movimenti , e la felicità si è triplicata quando ho saputo che era una bimba.
ho passato le 16 settimane più belle della nostra vita, fino a quando ho rotto improvvisamente le acque.
parto abortivo dicevano, ma io ero con il corpo li ma con la mente non so ancora di preciso dove. dicevo solo che non poteva succedere a noi.
l’unico momento di lucidità l’ ho avuto, per fortuna, quando ho deciso di vederla : era così perfetta e bella e piccola che li lì non ho voluto toccarla. dopo di lei c’è stato l abisso: il negamento dell’accaduto, la rabbia, la solitudine, l’invidia per tutte le altre che nemmeno sapevano come erano rimaste incinte.
fino a che ho capito che dovevo ripartire da me e per me. che sono una mamma anche se la società non ci contempla. che ho provato l’amore più completo e incondizionato e l’unico modo per far sì che venga ricordato e accolto è parlarne.
Sono passati quasi 2 anni da Angelica e sono ancora per i corridoi della speranza, li chiamo ‘tentativi di felicità’