La nostra è una storia banale, una storia come tante. Ci sposiamo pieni di entusiasmo e fiducia verso il futuro. Non iniziamo subito a cercare un bambino, vogliamo goderci i primi mesi da sposini, uscire con gli amici, divertirci, amarci tanto.
Poi il giorno in cui firmiamo l’atto per l’acquisto della nostra nuova casa, rigorosamente con una camera in più, decidiamo che è arrivato il momento. Cominciamo a fantasticare su come cambierà la nostra vita con l’arrivo di un bambino, ma i mesi passano e non succede niente.
Comincio ad osservare in maniera maniacale il mio corpo, cercando i presunti segnali rivelatori che leggo su internet, ma puntualmente arriva il ciclo. Per un po’ nascondiamo la testa sotto la sabbia, non vogliamo affrontare il problema. Diamo la colpa allo stress e al lavoro fuori città che ci tiene lontani proprio nei giorni giusti. Poi arriva il momento di fare gli accertamenti. La diagnosi è inclemente, lo spermiogramma disastroso.
Dico che è meglio così, che adesso che sappiamo il problema possiamo affrontarlo. Adesso che conosciamo il nemico possiamo combatterlo. La nostra arma sarà la pma. Ci mettiamo in lista in un centro della nostra città. La lista è lunga, quasi un anno, ma non è un problema..
Siamo fiduciosi che le cose andranno bene. Organizziamo anche un viaggio negli Stati Uniti con l’idea che poi chissà per quanto tempo non potremo viaggiare. Il fallimento del primo tentativo è stata una doccia fredda che ci ha travolto. Ci siamo trovati a piangere abbracciati nel letto. Affrontiamo un secondo tentativo, questa volta più cauti, pronti all’eventualità che le cose potranno andare di nuovo male. E infatti anche questa volta niente da fare.
Comincio a fare i conti con la realtà che forse non sarò mai incinta, non avrò mai la pancia che ho tanto sognato. Forse la nostra strada sarà l’adozione. Ci prepariamo all’ultimo tentativo rassegnati, lo facciamo solo per poter dire di aver fatto tutto il possibile e non avere rimpianti in futuro. Cambiamo centro e questa volta succede il miracolo. Il mio corpo risponde molto meglio alla stimolazione. Le beta sono positive. Il giorno dell’ecografia la dottoressa vede due camere gestazionali, due sfarfallii, due battiti. Le mie bambine oggi hanno quasi un anno. La nostra è una storia banale, ma con un finale straordinario.