Ho 42 anni. Sono stata tanti anni con un ragazzo e non ho mai pensato alla maternità, come se fosse una cosa che non mi apparteneva. Lui mi lascia quando avevo 32 anni, ho avuto una grossa depressione e ci ho messo 6 anni per riprendermi. Tante storielle poi arriva lui e come per magia qualcosa dentro di me si muove. Comincio a pensare che sarebbe bello avere una famiglia. Iniziamo la ricerca di un figlio con leggerezza, ma poi quando dopo un anno di tentativi non arriva iniziamo a rivolgerci ai medici. “Menopausa precoce” è la sentenza definitiva, quella che non ti lascia via d’uscita, quella che ti lascia senza fiato e con gli occhi pieni di lacrime. Iniziamo un percorso di PMA che stiamo ancora affrontando, con pessimi risultati. E’ un percorso di una violenza fisica e psicologica che io non auguro a nessuno. Mentre chiunque intorno a me fa dei figli, io mi sparo dalle 2 alle 3 punture a sera sperando che almeno un ovocita sia sano. A tratti penso che sarebbe più facile lasciare perdere, ma non voglio avere tra qualche anno il rimpianto di non averci provato. Del resto come mi disse mia suocera “i figli si fanno da giovane”.