Tutta colpa della cicogna. Se la cicogna avesse fatto il suo dovere, Emma sarebbe una donna felice. E non un’Aspirante Madre. Invece eccola qui, dalla parte sbagliata dei 35, con una terrazza piena di rose e un amorevole Consorte… Cosa manca? È ovvio, un bambino.
Che, ostinatamente, non arriva. Proprio mentre tutte le amiche, come per epidemia, rimangono incinte, e il mondo sembra essere popolato solo da donne con il pancione.
Così Emma guarda di nascosto le vetrine prémaman, passa ore interminabili nelle sale d’aspetto dei centri fertilità, compila una lista scaramantica di Mamme Tardive Over 40, passa il suo sguardo scanner su tutte le donne che incontra (non sarà incinta, anche lei?) e si prepara per le Missioni Suicide: la visita in ospedale al neonato di turno (e relativa neomamma estasiata).
Ma cosa c’è che non funziona? Qual è il responso di medici, specialisti, oroscopi? Esame dopo esame, capitolo dopo capitolo, Emma scopre il significato di una sigla fino a quel giorno misteriosa, Fivet. E, anzi, quelle cinque lettere che stanno per fecondazione artificiale diventano tutta la sua vita, una Vita in Vitro.
Ed è dura, la vita di un’Aspirante Madre. Anche perché, come spesso accade, le amiche di Emma, pronte ad accompagnarla a un sushi consolatorio nei momenti di grande disperazione, hanno però altri problemi. Olivia, single e stufa di esserlo, ha un bel lavoro ma non un fidanzato: per questo inaugura l’operazione Ricicla il Tuo Ex e si mette a contattare i suoi vecchi amori; ad Anna, neomamma trafelata, manca invece proprio un lavoro… Risultato? Silenzi e segreti.
Eppure, vivere senza amiche è impossibile. Sono indispensabili: per ridere (e sorridere) di qualsiasi cosa. Persino di una provetta.
Così questa è la storia di Emma e delle sue amiche, di una Milano molto, molto domestica (e anche un po’ design), di amori riciclati, stendibiancheria “itineranti” e cappuccini quasi perfetti. E, ops, della cicogna.
Tratto dal libro: “Confessioni di una aspirante madre”, casa editrice Sonzogno