Giugno 2019, io e mio marito ci sposiamo.
Fidanzati da quando avevamo 17 anni, siamo cresciuti insieme, abbiamo costruito la nostra casa e creato un nido…mancava solo un bambino a completare il sogno. Ci abbiamo provato da subito, ma dopo 6 mesi di test negativi io entro in paranoia.
Iniziamo quella che poi sarebbe diventata un’agonia fatta di analisi ed esami infiniti e scopriamo che non rimango incinta a causa della grave oligospermia di mio marito.
È Febbraio 2020 quando il mondo ci cade letteralmente addosso, inizia la pandemia, che complica ulteriormente le cose e noi ci sentiamo persi.
Facciamo una prima icsi a ottobre che sembra andare molto bene perché ottengo 6 blastocisti ma nessuna di queste si impianta.
Per 6 volte vivo lo strazio delle beta negative.
Sono stremata, attorno a me tutte magicamente sono incinte, chi addirittura del secondo e io sono sempre più nel baratro della depressione.
Decidiamo di affidarci a un centro privato questa volta, facciamo diagnosi preimpianto e otteniamo due blastocisti sane, ma purtroppo il primo transfer va male.
Stavolta non so più dove trovare la forza perché ho fatto l’impossibile e nonostante tutto non è andata.
Al momento sono in standby perché non me la sento più di fare un altro transfer, non sarei in grado di reggere un altro negativo, l’ottavo. Ho la nausea al solo pensiero di altre iniezioni, altre attese snervanti, altri arnesi che scavano nella mia intimità. Non ne posso più di tutto questo.
Spero sempre che accada un miracolo che mi risparmi tanta sofferenza ma ormai sono passati anni e ho capito che i miracoli accadono sì, ma agli altri.
In questi anni sono cambiata, sono diventata la persona che non volevo essere: non ho voglia di uscire con gli amici (e infatti siamo sempre soli), non mi ricordo nemmeno come sia essere spensierata e leggera perché ho un macigno sul cuore, ho il terrore di ricevere annunci di gravidanze altrui, sono svogliata e spenta….non sono felice e tantomeno soddisfatta della mia vita. So che avere accanto una persona che mi ama è già tanto ma non c’è niente che mi possa consolare nel mio immenso dolore.
Non so più vedere i colori della vita, è come se tutto fosse coperto da una patina grigia, come una giornata di nuvole e nebbia in inverno qui in pianura. Sono chiusa nel mio inverno dell’anima e vorrei tanto che arrivasse un raggio di sole a ridarmi speranza.
Non so se e quando troverò la forza di trasferire quell’embrione, vorrei solo che questo desiderio sparisse e tornare a essere serena come a giugno 2019, quando ero piena di sogni e speranze.