“A un anno dalla morte di mio figlio in grembo trovo la forza di condividere la mia esperienza, non tanto per descrivere il dolore lacerante che ne deriva (sarebbe impossibile), ma per sensibilizzare la comunità medica su questo ‘silenzioso’ lutto”.
“E’ accaduto intorno al sesto mese di gravidanza. Ricordo la corsa con mio marito in ospedale, l’induzione del parto e la nascita di nostro figlio in una stanza tristemente silenziosa e buia. Un silenzio indimenticabile. C’erano due ostetriche e un paio di ginecologi e nessuno ci ha chiesto se volevamo abbracciare nostro figlio, accarezzarlo, seppellirlo. Nessuno ci ha trattati come genitori. Per tutti nostro figlio non è mai esistito, ma per noi sì”.