Milioni di donne soffrono di ovaio politicistico, ma come si scopre questa patologia che mette a rischio la fertilità? Ecco i suoi sintomi.
Tantissime donne scoprono di avere la sindrome dell’ovaio policistico, una condizione che compromette la fertilità. Questa sindrome, abbreviata con la sigla PCOS, è un’anomalia caratterizzata da alterazioni del ciclo mestruale, delle mestruazioni ed endocrinologiche. Questa patologia porta alla formazione di cisti all’interno delle ovaie, che nell’ecografia sono visibili perché assumono una forma a ”collana di perle” e possono essere di piccole o grandi dimensioni.
La sindrome porta all’inovulazione, dunque, a una condizione di infertilità per la donna che ne è affetta. Di conseguenza, avviene una secrezione di ormoni androgeni (maschili) in modo anomalo. Attualmente non c’è una cura specifica se non quella di assumere la pillola anticoncezionale, che evita la formazione di altre cisti perché blocca l’ovulazione. Nelle pazienti affette da PCOS, infatti, l’ovulo anziché maturare cresce e non viene espulso. Questo può portare a segni e sintomi tipici di questo disturbo.
Come accorgersi di avere la sindrome dell’ovaio policistico
Come detto precedentemente, la sindrome dell’ovaio policistico è una patologia che merita attenzione in quanto può portare non solo all’infertilità, ma anche gravi conseguenze. Sono diversi i disturbi correlati a questa condizione che è associata alla formazione di tumori dell’endometrio, diabete mellito, ipercolesterolemia e problemi cardiovascolari. Questo perché gli ormoni femminili nella donna svolgono una funzione molto importante nel nostro organismo, ma vengono ostacolati dalla PCOS, che invece produce androgeni.