Novembre è il mese dedicato alla salute maschile, un aspetto sul quale restano ancora molti tabù, nonostante una ricca offerta sanitaria. L’Ospedale San Raffaele è impegnato in campagne di prevenzione e collaborazioni con aziende per permettere a sempre più persone di accedere a informazione e consapevolezza, a beneficio della propria salute. Forbes ha intervistato Federico Esposti, direttore operativo dell’ospedale, neurofisiologo e manager, laureato in ingegneria biomedica, e Andrea Salonia, specialista in urologia e in endocrinologia e malattie del ricambio con indirizzo andrologico.
Esposti, quali tabù rimangono a proposito della salute maschile?
Sono tabù culturali. L’offerta sanitaria è simmetrica tra maschi e femmine, ma i maschi tendono a usufruire meno dei servizi sanitari, in particolare per quello che riguarda la prevenzione, con una parziale eccezione riguardo ai check-up. Le nuove generazioni sono però molto attente alla prevenzione. Nella popolazione over 55, in ambito urologico, fa fatica a emergere l’idea che la prevenzione sia importante. Campagne di awareness pubblica, come Movember, il mese di sensibilizzazione per il tumore alla prostata, sono utili per cambiare mentalità.
Che ruolo possono svolgere le aziende?
Parte della spesa sanitaria dovrà essere supportata dalle aziende. Lo vediamo negli indirizzi strategici del governo, in cui c’è una progressiva riduzione dei fondi di finanziamento del Ssn e, in contemporanea, una defiscalizzazione delle spese per i lavoratori. Oltre a offrire check-up aziendali, lavoriamo con grandi società proponendo specifiche campagne, sensibilizzando verso alcuni comportamenti, ad esempio nel campo della nutrizione o dello screening. Le aziende chiedono check-up ottimizzati per i propri lavoratori, anche perché sta crescendo la consapevolezza rispetto ai fattori ambientali.