L’ infertilità sottopone la coppia ad alti livelli di stress, sia al momento della comunicazione della diagnosi sia nella sua elaborazione e durante i percorsi di procreazione medica assistita. Gli interventi di sostegno psicologico permettono di superare la crisi e promuovere le risorse e il benessere della coppia.
Sia quando una coppia riceve una diagnosi di infertilità, sia quando decide di sottoporsi ad un trattamento di Procreazione Medicalmente Assistita, si trova ad affrontare una vera e propria crisi che investe l’area privata, sociale e relazionale.
La fertilità femminile è massima a 23 anni, poi decresce lentamente fino a 35 anni, e più rapidamente dopo i 35 anni fino alla menopausa, momento in cui nella donna cessa l’ovulazione.
Negli uomini, dopo i 35 anni, la qualità dello sperma inizia a diminuire e aumentano i rischi di un aborto spontaneo.
La sterilità è la situazione di una coppia in cui uno o entrambi i membri della stessa sono affetti da una condizione fisica permanente che non rende possibile il concepimento. Questo si verifica in caso di azoospermia, di menopausa precoce o di assenza di utero congenita.
Il termine infertilità, al contrario di sterilità, non si riferisce ad una condizione assoluta, bensì ad una situazione potenzialmente risolvibile e legata ad uno o più fattori interferenti. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) può definirsi infertile una coppia che non riesce a concepire dopo 12/24 mesi di rapporti non protetti e mirati. L’ infertilità è un fenomeno che interessa circa il 15-20% delle coppie. Spesso i termini sterilità e infertilità vengono usati in modo indifferente, anche dal personale medico.
Mentre il termine di sterilità primaria si riferisce a persone che non sono mai state in grado di concepire, la sterilità secondaria è l’impossibilità di concepire un secondo figlio dopo aver già concepito e/o portato a termine una normale gravidanza.