Ho pensato e ripensato se scrivere o no della nostra storia. Non amo la condivisione, ma ho pensato che potesse in qualche modo dare coraggio o essere d’aiuto a qualcuno. Ma partiamo dal principio.
Mia figlia, Simona Pia, ha 17 mesi. La nostra storia inizia nel 2012, quando io e mio marito iniziamo a cercare una gravidanza.
Passano i mesi e nulla accade…così passano gli anni, tra esami, pianti e speranze sempre più flebili. Nel 2019 ci rivolgiamo ad un centro per fertilità: cure, siringhe ed ennesima porta in faccia.
Decidiamo così di fermarci un attimo, siamo sfiniti. Nel frattempo io inizio a stare male, ad avere crisi di tosse, problemi circolatori, affanno e i medici danno la colpa allo stress, al peso, al fumo, al mio lavoro…
Arriva il 2020 e con lui la pandemia, il mondo sembra crollare, io sto sempre peggio e nessuno faceva niente per capire cosa non andasse.
Ad agosto dopo mesi e mesi di sintomi sempre più invalidanti mi sento male e decido di dare l’ultimatum al mio medico. – “PRETENDO degli approfondimenti, la tachicardia ormai mi mangia viva e vado avanti per inerzia”….
Così arriva settembre e la prima ecografia….si vede qualcosa ma non si possono sbilanciare. Passo in risonanza e chiedono una tac. Arriviamo così al 25 novembre, ho 3 giorni di ritardo ma per me sono nulla, specie se sotto stress, non ci penso. Faccio la tac con contrasto.
Sapendo dell’infertilità non mi fanno beta nonostante il ritardo. 3 giorni dopo il mio mondo si spacca definitivamente..