Fertilità e Social freezing: perché sempre più donne vogliono farlo? Risponde la ginecologa

Le risposte ai dubbi più comuni sulla ginecologia, a cura della Dottoressa Raffaela Di Pace, ginecologa, Dottore di ricerca in Fisiopatologia della Menopausa e Consulente sessuologo

Il Social Freezing può essere una soluzione per tutte quelle donne che non possono avere un figlio o che decidono di averlo più avanti negli anni. Ecco di che cosa si tratta.

Social Freezing, fertilità e giovinezza prolungata: le ragioni sociali

Con il passare degli anni in Europa e soprattutto in Italia il tasso di natalità si è di molto ridotto. Nel 2019 è stato di 1,53 figli per donna. Inoltre si sta alzando rapidamente l’età media in cui le donne europee e soprattutto italiane, hanno il primo figlio: i dati del 2020 ci dicono a 31.4 anni.

Il più alto livello di scolarità, l’immissione in modo più massiccio delle donne nel mondo del lavoro, spesso con ruoli che prevedono una possibilità di carriera e anche i cambiamenti nelle relazioni di coppia, portano  a programmare la gravidanza sempre più tardi.

Ovociti, spermatozoi e il tempo che passa

Se però le migliori condizioni economiche e sociali portano verso una giovinezza prolungata, nulla è possibile fare dal punto di visto della fertilità. Quando il patrimonio ovocitario (cioè i follicoli che restano e che possono permettere di concepire) si riduce in termini quantitativi e peggiora in termini qualitativi, nemmeno le tecniche di procreazione medico assistita (PMA) possono permettere di ottenere una gravidanza. Il tasso di successo infatti dipende comunque dall’età della donna e dal suo patrimonio follicolare.

Se questa valutazione vale per il sesso femminile – in cui sappiamo che la fertilità raggiunge il suo picco massimo tra 20 e 30 anni, è ancora buona tra i 30 e 35, ma si deteriora rapidamente tra i 35 e 40 – riguarda anche l’uomo. In cui, con l’età, anche se in modo più graduale, vi è comunque una ridotta capacità di produzione di spermatozoi in grado di arrivare al concepimento.

La crioconservazione degli ovociti, una soluzione

Proprio per questo è in aumento il numero di bambini che nasce dopo fecondazione eterologa (utilizzando cioè ovociti o spermatozooi da donatore). Ma cosa si può fare per cercare invece di preservare la propria fertilità, cioè la capacita di avere anche in età più avanzata un figlio geneticamente proprio?

Nata come tecnica per preservare la fertilità in quelle persone che per motivi di salute – in primis un cancro e le relative terapie o una chirurgia – avrebbero perso la capacità riproduttiva, la crioconservazione degli ovociti in assenza di indicazioni mediche sta invece diventando una tecnica che sempre più donne richiedono, in quanto consente loro di preservare la possibilità di avere figli propri in un’epoca posticipata allargando la finestra della opportunità di diventare genitori.

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