Il calo della natalità in Italia è allarmante: si parla di un vero e proprio “inverno demografico”, con possibili pesanti ricadute nei prossimi decenni per tutta la società, dallo spopolamento delle aree rurali alla tenuta del welfare. In questo quadro, per chi – anche per l’età – non riesce ad avere figli, è in aumento anche nel nostro Paese il ricorso alle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita. E sono temi di attualità anche le tecniche di preservazione della fertilità, il ruolo dell’infertilità maschile, la prevenzione e le strategie di supporto alla Procreazione Medicalmente Assistita.Il prof. Ermanno Greco, presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.): “Oggi la fecondazione assistita si è molto evoluta rispetto agli anni passati perchè consente di verificare esattamente la qualità genetica degli embrioni che dobbiamo trasferire nell’utero materno. Quindi la fecondazione in vitro accoppiata alla diagnosi genetica pre-impianto può assicurare alla coppia alte percentuali di successo e bassissimi rischi per la salute del feto”.
Le cause del calo della natalità per gli esperti sono fondamentalmente due: “Da una parte abbiamo un aumento dell’infertilità di coppia, dovuto soprattutto a un aumento dell’infertilità maschile. Il secondo punto molto importante – prosegue Greco – è che la donna decide di avere la gravidanza sempre più tardi e noi sappiamo che la qualità ovocitaria diminuisce con l’aumentare dell’età materna”.In questo quadro è consigliato puntare sulla prevenzione, ovvero “esami fatti per capire quali sono le proprie capacità di riproduzione naturale. Se questa non avviene in un tempo adeguato, entro un anno quando la donna ha meno di 35 anni o entro 6 mesi quando la donna ha più di 35 anni, ricorrere alle metodiche di procreazione medicalmente assistita, che oggi assicurano alti tassi di successo”.