Torna a salire in Italia il ricorso delle coppie alla procreazione medicalmente assistita (Pma), dopo l’arresto subito con la pandemia di Covid. Nel 2021, infatti, si è osservata una ripresa dell’applicazione di tutte le tecniche di Pma, sia di I livello (inseminazione) sia di II e III livello (fecondazione in vitro). Sia con gameti della coppia, sia con gameti donati. Le coppie trattate sono passate da 65.705 a 86.090, i cicli effettuati sono passati da 80.099 a 108.067 e i bambini nati vivi da 11.305 a 16.625. Lo riporta Relazione del ministro della Salute al Parlamento sullo stato di attuazione della legge contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita.
Due nuovi tavoli tecnici
Orazio Schillaci, intervenuto alla presentazione della relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge (40/2004) contenente norme in materia di procreazione medicalmente assistita, ha ricordato l’importanza di sostenere l’attività di ricerca e promuovere le campagne di comunicazione nonché di fornire il sostegno finanziario alle Regioni attraverso risorse dedicate alla procreazione medicalmente assistita, così come previsto dalla legge 40 del 2004.
“Al fine dunque di migliorare il percorso di prevenzione e cura dell’infertilità e l’accesso omogeneo ai trattamenti sul territorio – ha aggiunto – sono stati istituiti due tavoli tecnici. Uno presso l’Ufficio di Gabinetto per approfondire le tematiche relative alla ricerca e alla formazione nella prevenzione e cura dell’infertilità. L’altro presso la segreteria tecnica del ministro per approfondire le tematiche concernenti gli stili di vita per favorire la fertilità”.
Ovo donazione
Ancora, dalla lettura del documento emerge come l’età media delle donne che si sottopongono alle tecniche a fresco con gameti della coppia resti elevata, pari a 36,8 anni (gli ultimi dati dal Registro europeo riportano un’età media di 35 anni per il 2018). Diminuisce invece la percentuale di donne sopra i 40 anni che si sottopone alle tecniche di Pma a fresco: era del 35,8% nel 2020, è del 34,4% nel 2021. Gli esperti fanno notare come “per la fecondazione in vitro con gameti donati l’età media della donna sia maggiore per la donazione di ovociti (41,9 anni) rispetto a quella del seme (34,8 anni)”. Il che indica come la principale indicazione per i cicli con ovociti donati sia l’avanzata età materna e come questa tecnica sia utilizzata soprattutto per infertilità fisiologica e non per patologie specifiche.
L’infertilità
Un problema quello dell’infertilità che riguarda una persona su sei nel mondo secondo un report pubblicato lo scorso aprile dall’Oms, a cui contribuiscono anche inquinamento e cambiamenti climatici oltre ovviamente ai fattori sociali. Secondo il documento dell’agenzia – prodotto a partire da una metanalisi che ha esaminato 133 studi provenienti da tutto il mondo, condotti tra il 1990 e il 2021 – il problema colpisce circa il 17,5% della popolazione adulta e in particolare il 16,5% degli europei. Difficile però capire se c’è un aumento delle cause di infertilità o se effettivamente c’è solo un aumento di coppie che non hanno figli e si rivolgono ai centri di fecondazione assistita perché li cercano in un’età sempre più avanzata.