Pochi giorni fa la notizia che Al Pacino a 83 anni è diventato papà per la quarta volta ha fatto il giro delle cronache rosa. Il divo che, a quanto riferisce Tmz, avrebbe poi chiesto alla fidanzata ventinovenne Noor Alfallah, incinta di otto mesi, un test di paternità, non sarebbe però certo l’unico personaggio famoso a diventare papà in età avanzata. Impossibile, infatti, non pensare a Robert De Niro diventato padre del suo settimo figlio all’età di ben 79 anni.
Senza guardare a Hollywood e ai suoi divi, che rappresentano sicuramente dei casi limite, quello di cercare un figlio in età paterna avanzata è di fatto un trend in crescita. E se sull’impatto che l’età può avere sulla fertilità femminile si parla spesso, facendo riferimento all’inesorabile ‘ticchettio’ dell’orologio biologico, meno noto sembra essere il ruolo che può avere l’età avanzata sulla fertilità maschile e, non da ultimo, sulla salute dei bambini.
Per quanto riguarda le donne, è risaputo come dopo i 35 anni la riserva ovarica sia già ridotta. E per gli uomini invece, davvero il fattore età non conta? Non sembra essere proprio così…
«Ricercare un figlio in età paterna avanzata, nonostante sia un trend in crescita, può aumentare il rischio di problemi genetici negli spermatozoi e quindi aumentare le probabilità di anomalie cromosomiche alla nascita – spiega la dottoressa Daniela Galliano, ginecologa e responsabile del Centro PMA di IVI Roma. – A partire dai 40 anni, esiste una maggiore probabilità che il liquido seminale presenti difetti genetici, e si può notare che la morfologia (forma) e la motilità (movimento) degli spermatozoi tendono a diminuire. È consigliabile quindi per gli uomini che desiderino diventare padre in età avanzata, consultare uno specialista in fertilità per valutare eventuali rischi o effettuare considerazioni specifiche legate all’età».