Caro Gesù bambino,
nei giorni in cui ricordiamo la tua nascita, ti scrivo per chiederti come mai alcune coppie riescono a diventare mamma e papà ed altre, invece, pur desiderandolo con tutto il loro cuore, non lo saranno mai.
Il mio Andrea ed io stiamo cercando di avere un bambino come te da ormai quattro anni. Siamo andati da tanti dottori, abbiamo fatto infiniti controlli per capire se ci fosse un problema da curare, una speranza cui aggrapparsi. Niente, non è venuto fuori assolutamente nulla. Questa condizione ha un nome un po’ difficile: si chiama sterilità sine causa e viene diagnosticata quando non si sa più cosa dire, quando tutto è perfetto ma imperfetto allo stesso tempo. Ci è stato proposto di provare con la fecondazione in vitro, che peró sentiamo non essere la nostra strada.
Questa notizia, questo verdetto per noi praticamente definitivo, è arrivato il 16 dicembre, quindi stiamo cercando in questi giorni di festa di ritagliarci quanto più possibile dei giorni per noi, del tempo per lasciare sedimentare le infinite emozioni che stiamo vivendo. In tutta onestà, è da tanto che stiamo familiarizzando con l’idea che forse un bel bambino non sarebbe mai arrivato, ma ora, a meno che non ci regali un miracolo, è giunto seriamente il momento di ripensare un po’ a tutti i progetti della nostra vita.
Essere consapevoli che vivremo la nostra intera vita solo in due, intendo dire da qui fino alla morte, non è facile. Nonostante siamo una coppia affiatata e ci siamo sentiti comunque una famiglia fin dal primo giorno del nostro matrimonio, non possiamo negare che avevamo delle aspettative diverse: ci immaginavo genitori e avremmo tanto desiderato poter trasmettere qualcosa di noi ai nostri figli. Stiamo cercando di riversare tutto il nostro amore sulla nostra nipotina, che adoriamo come se fosse una figlia, ma purtroppo non siamo vicinissimi e quando arriva il momento dei saluti proviamo sempre un velo di tristezza perché potrebbero passare alcune settimane prima di poterci rincontrare.
Sono triste, bambino Gesù, perché vedo tante mamme e papà potenziali “fermi ai box” solo perché uno strano destino si è messo in mezzo ai loro sogni; al tempo stesso noto genitori stanchi, insoddisfatti, che magari ricevono la notizia dell’arrivo dell’ennesimo figlio senza troppo entusiasmo. Mi chiedo quindi sempre più con quale logica venga deciso lassù dove debba andare la cicogna. Vorrei ci fosse una spiegazione ma non la trovo. Perciò, bambino Gesù, aiutaci a consolarci e facci almeno capire che strada alternativa è stata disegnata per noi.