È la seconda storia che scrivo …. ma in realtà la storia non è realmente la seconda… è la decima, centesima, millesima storia… che non cambia nella sostanza ma solo la forma… il mio bambino di quasi sei anni, che ciclicamente ritorna sulla richiesta di un fratellino o sorellina, ieri vedendo la mia pancia un po gonfia mi chiede se c’è un fratellino e avvicina l’orecchio per provare a sentirlo… e io mi sento cedere le gambe, mi trema lo stomaco, cerco di rimanere impassibile a quelle parole così semplici… ma in realtà mi sento come se mi fossi sgretolata in miliardi di pezzi…. lo guardo e penso che molto probabilmente non potrà mai sentire il suo fratellino nella mia pancia… e mi chiedo quante volte mi sentiro cosi.. in frantumi! Perché dietro all’apparenza di discorsi razionali e concreti, dietro una pseudo tranquillità circa la mia difficoltà a concepire e la corazza dove ogni giorno cerco di seppellire il mio dolore, la verità è che il mio dolore è lì fermo, non ci sono discorsi razionali, o viaggi per non pensare o i mille impegni per compensare, che possano lenire il mio dolore .. desidero un altro figlio come se mi mancasse l’aria e desidero dare un fratellino al mio bambino! E oggi, come ieri, come un anno fa, come 4 anni fa…. niente cambia se non l’orologio biologico che avanza…. e il mio dolore è sempre la! E il mio cuore piange!
#UnaStoriaUnLibro
Una risposta
caspita mi sembra di sentire parlare me … tranne per il fatto che mio figlio non mi chiede un fratellino ….
per il resto il dolore resta sempre li … lo combatto … in realtà ho scoperto che devo accettarlo e parlarne il più possibile … in questo modo diventa una cosa più normale, sempre difficile da accettare ma normale …
e poi devo trovare un lato buffo di questo dolore … il mio lato buffo è che a 45 anni mi dico “ma saresti pazza con un neonato non ce la puoi fare” … ci provo …
ma ti capisco e ti abbraccio