La strada perduta

Sto perdendo la rotta. Fino a non tantissimo tempo fa, pur nella nebbia di questa assurda avventura qual è la sterilità, avevo le idee abbastanza chiare su cosa avrei voluto fare e cosa no: in linea generale conoscevo i miei limiti e sapevo fin dove sarei stata capace di spingermi, con le visite, gli esami e gli eventuali trattamenti; adesso non lo so più. Ogni giorno mi alzo confusa e vado a letto con le idee ancora meno chiare.

Dopo tanti anni ancora non abbiamo in mano una diagnosi, il che non mi consente di mettere il cuore in pace. La mia intimità negli ultimi sei mesi è stata violata non meno di sette volte da quattro diversi medici. La dottoressa da cui sono stata a fine marzo, finora la più competente che abbia incontrato, mi ha consigliato di fare una isteroscopia diagnostica, il che vorrebbe dire altri medici, altre sonde, altre mani…

Sono stufa di tutto questo, di non capire cosa c’è che non vada in me o in mio marito, ma non proseguire mi terrorizza forse di più. Ho paura di ritrovarmi tra qualche anno con il rimpianto di non aver indagato quanto avrei dovuto, di aver avuto abbastanza coraggio per tentare l’innimaginabile, di non aver desiderato a sufficienza questa figlio che vive da anni solo nella mia testa…

 

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