Analisi fatte, ne manca ancora qualcuna ma siamo ad un buon punto. Mancano pochi giorni per la prima visita per entrare nel circolo della PMA. Poi la app si illumina. Primo giorno di ritardo. Vabbè, anche se sono sempre regolare sarà lo stress. Però il tarlo comincia a girare nella testa. La mattina successiva di nuovo la app che si illumina. Secondo giorno di ritardo. Ci guardiamo negli occhi ma ci ripetiamo che tanto è solo lo stress e che questa volta è davvero cattivo questo ciclo che ci fa così tanto sperare. Altra mattina di nuovo la app… Terzo giorno di ritardo. In quel momento cominci davvero a sperare. Ad alta voce ripeti che tanto è lo stress, gli ormoni, è la testa… Ma dentro una parte di te è convinta che ci siamo, finalmente il nostro turno di essere genitori è arrivato..
Quindi… Vai in farmacia e compri il test. Arrivi a casa e lo fai. Altro bicchierino, altro stick, altra attesa.
Stiamo in silenzio. Io cerco di passare i 5 minuti aprendo e chiudendo il frigo in cerca di qualcosa da mangiare. I minuti passano. Sempre tutto in silenzio. Nessuno parla. Poi lui mi guarda, sento il suo sguardo, mi giro, mi fissa mentre batte con il dito sul polso… I 5 minuti sono passati. Restiamo ancora in silenzio. Vado in bagno e lui dietro piano piano. Prendo il test ed ovviamente è negativo. Lo do a lui, lo guarda, mi fissa, dice solo “sicura?” ed io “una linea non incinta, due linee incinta. Quante linee vedi?” allora lui “Una”. Andiamo in cucina, lui ha il test ancora in mano e lo fissa. Io mi giro “Voglio una sigaretta. Basta”. Lui si siede sul piano della cucina, in silenzio, ha ancora il test in mano e continua a fissarlo. Io comincio a fare i miei giri per la casa. Continuiamo a stare in silenzio. Nessuno dei due ha il coraggio di parlare. Io comincio a piangere, mentre faccio finta di sistemare la dispensa del corridoio. Poi la rabbia prende il sopravvento, mi sento esplodere, provo una cattiveria enorme verso tutto e tutti. Mi asciugo gli occhi, torno in cucina, lui alza gli occhi e sta piangendo. In quel momento la rabbia va via. Prendo il test dalle sue mani e lo butto via. Poi ci abbracciamo, per un tempo che sembra infinito.
Io gli dico “questa volta ero convinta. Lo sapevo che non dovevo sperare ma questo ritardo…” Lui risponde “non sei mai in ritardo. Ero convinto anche io. Questa volta è stata proprio una cattiveria gratuita. Mi dispiace amore mio. Lo volevo così tanto”
In quel momento ho capito che la nostra forza siamo noi. Che solo insieme possiamo farcela.
Certo però… niente ci aiuta. Almeno a non sperare inutilmente.
E di nuovo si riparte. Io non so per quanto resisterò alle delusioni.