La pazienza è la parola che accompagna il mio 2025. Mi dicono che sia la virtù dei forti. Lo scorso anno ne ho avuto tanta, e probabilmente dovrò trovarne ancora parecchia in questo nuovo capitolo, mentre affronto il secondo tentativo di PMA. Non mi sento ancora stanca, non mi arrendo. Voglio riprovarci, forse sarò più fortunata. Ma, mentre mi preparo per questa nuova sfida, la vita quotidiana non smette di mettermi alla prova, con piccoli momenti che mi ricordano ciò che sto vivendo.
Un giorno, scopro casualmente che un’ amica sta aspettando il suo secondo figlio. Mi dice: “Non sapevo come dirtelo, ma te lo dico per evitare che tu lo sappia da qualcun altro”. In quel momento, mi sento completamente inerme. “Porta pazienza,” mi dico, “tu ancora no.”
Poi, alla festa di compleanno di mio padre, una parente mi chiede: “Quanto vuoi aspettare per farlo diventare nonno?” Mi sorride, ma le sue parole mi colpiscono come una freccia. Anche se cerco di sorridere, dentro mi rispondo: “Porta pazienza, tu ancora no.”
Passeggiando per il paese, incrocio una mamma con una carrozzina. Il suo bambino dorme serenamente, e io mi fermo un attimo a guardarla. Il cuore mi si stringe, ma mi dico, come un mantra: “Porta pazienza, tu ancora no.”
Al centro commerciale, mi trovo davanti a una bella offerta di cofanetti per neonati. Sono delicati, colorati, perfetti. Inspiro e mi ripeto: “Porta pazienza, tu ancora no.”
Al lavoro, vedo un sacchetto di confetti blu, così belli e pieni di speranza. Sono per una nuova nascita e il sorriso di tutti è contagioso. Io, nel mio angolo silenzioso, mi confesso: “Porta pazienza, tu ancora no.”
E poi, mentre sto guardando il telefono, un collega mi chiede cosa sto aspettando. Rispondo, forse un po’ incautamente, che sto aspettando i risultati di alcune analisi. E lui, con un sorriso pieno di curiosità, dice: “Ma dai, sei in attesa?” “Magari,” rispondo, cercando di mascherare un sorriso un po’ forzato, “ma ancora no.”
Eppure, ogni piccola interruzione, ogni parola che mi colpisce in modo inaspettato è una scintilla che mi motiva a proseguire. La pazienza non è solo una virtù, è anche un atto di amore verso me stessa, un modo per ricordarmi che, anche se ancora non sono chi vorrei essere, ogni passo che faccio conta.
Forse, un giorno, tutte questa pazienza sarà servita a qualcosa e si sarà trasformata in qualcosa di straordinario. Qualcosa che oggi riesco solo a immaginare come un sogno.